Il valore di una società è correlato alla capacità di formare atleti, di crescerli , di costituire un vivaio che eviti i momenti critici che si corrono durante i cambi generazionali quando non si hanno ginnaste da inserire in sostituzione degli abbandoni .
Le procedure federali consentono il trasferimento temporaneo di una ginnasta noto come “prestito” massimo uno per campionato (Serie A, Serie B e Serie C) . Il prestito è possibile solo se non si richiede l’atleta straniera . Sono previste comunque limitazioni all’utilizzo del prestito in termini di numero di esercizi: in Serie A è consentito max n.1 esercizio per gara e non più di due in tutta la regular season; in B non più di un esercizio a gara e max tre in tutto il campionato.
Allora succede che chi è a corto di ginnaste utilizza la pratica , lecita, del tesseramento di ginnaste altrui cioè ginnaste “appartenenti” ad altre società che per l’anno di tesseramento si vincolano alla società richiedente ma che spesso frequentano solo in occasione delle gare; gli allenamenti vengono svolti con la società di origine.
Ci sono casi limite come la Petrarca che a Desio ha schierato tutte ginnaste della Virtus Giussano e su dodici esercizi del campionato solo due sono stati eseguite da ginnaste proprie.
Ottenere un risultato basandosi su questa pratica chissà quale valore sportivo possa avere.
Riformare le norme e consentire la partecipazione ai massimi campionati solo a chi è tesserato da almeno un anno con la società partecipante, meglio se due.